VAN GOGH TRA IL GRANO E IL CIELO
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Raccontare di Vincent Van Gogh in un documentario è rischioso come realizzare un altro film sulla storia di Cenerentola. Si è infatti trattato ogni argomento sull’artista tormentato e sulla sua opera, tanto da renderlo uno dei pittori più noti al mondo. Quel Van Gogh che ha dipinto tutta la vita senza aver mai venduto un’opera, se non dopo la sua morte. Il pittore olandese di capolavori riconosciuti al pubblico di tutte le età come ‘Il caffè di notte’, ‘I girasoli’, ‘La camera di Vincent ad Arles’, ‘La casa gialla’, ‘La notte stellata’… dipinti sedimentati nella nostra memoria fino dai tempi di scuola. E poi le vicende tormentate della sua vita: dalla frustrazione di non riuscire a seguire le orme del padre, al rapporto strettissimo con il fratello Theo, che lo ha sempre sostenuto, fino alla morte, e di cui l’affiatamento, l’affetto e la stima sono documentati nel denso scambio epistolare durato tutta la vita. Quella vita ai margini in cui Vincent si spostò dai paesaggi nordici dei mulini a vento olandesi a Parigi, la capitale dell’arte mondiale di fine Ottocento e inizio del secolo nuovo, per poi trasferirsi nel nord della Francia, e poi in Provenza, nel sud … Una vita breve, ma intensa.
Van Gogh, tra il grano e il cielo, l’ultimo film realizzato da Nexo Digital e 3D con la regia di Giovanni Piscaglia e la sceneggiatura – ben narrata, intensa – di Matteo Moneta, racconta la figura dell’artista attraverso una piega originale, nuova e interessante.
Piscaglia parte dal rapporto quasi maniacale di una illuminata collezionista, innamorata di Vincent e della sua opera postuma, appresa attraverso scritti, documentazioni e naturalmente la fruizione dei suoi dipinti. Helene Kröller Müller era una ricca signora con una grande sensibilità nei confronti dell’arte e, soprattutto, dei dipinti di Van Gogh. La collezione Kröller Müller conta oggi quasi 300 opere tra dipinti e disegni. Opere che oggi sono custodite all’interno del museo di Otterlo, in Olanda, ultima grande impresa – iniziata dopo la guerra e proseguita con grande caparbia – e lascito della collezionista. Questo nuovo sguardo sull’opera di Van Gogh viene qui narrato su due livelli ben distinti: il primo è focalizzato sulla vita dell’artista attraverso numerose lettere e scritti e interpretato da un’intensa Valeria Bruni Tedeschi che, all’interno della chiesa di Auvers-sur-Oise, restituisce allo spettatore gli stati d’animo e le vicende di Vincent come una storia vissuta in prima persona. E il secondo livello, raccontato dallo storico dell’arte di artisti noti al grande pubblico, Marco Goldin, dall’interno della mostra da lui curata dal titolo – che per il film non premetteva l’originalità poi sviluppata – Van Gogh, tra il grano e il cielo, all’interno dello straordinario contesto della Basilica Palladiana di Vicenza.
Luoghi preziosi tra Italia, Francia e Olanda; paesaggi intensi che sedimentano nei dipinti di Van Gogh; pensieri tormentati; colori e utilizzo della luce che ribaltano la pittura del tempo; protagonisti appassionati che rilevano episodi e sentimenti del periodo… di questi elementi è costruito questo racconto per immagini che, ancora una volta, sottolinea la grandezza di un testimone dei nostri tempi passati, tutt’oggi visibile e custodito per gli altri.