Renzo Piano – L’architetto della luce
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Nel 2010 la Fondazione Botín di Santander, sulla costa cantabrica, legata al grande gruppo di credito spagnolo, affida al Renzo Piano Building Workshop l’incarico di costruire un centro culturale che porti il nome del suo fondatore. Un edificio che ridisegni il profilo della città, in dialogo attivo ed emotivo con la cittadinanza. A seguire i lavori e intervistare l’archistar fino all’inaugurazione del centro nel 2017, il regista Carlos Saura.
Luce, poesia, utopia: in fondo a guidare l’architetto e il regista sono gli stessi elementi, le medesime pulsioni. Illuminare il mondo, dargli bellezza, ispirare altri uomini col proprio lavoro a creare ulteriore grazia, come unico antidoto alla barbarie umana.
Su questo parallelismo di intenti – e su una decisa celebrazione del committente e della comunità politica locale – si muove il documentario di Carlos Saura, che segue lo stato dei lavori del centro e insieme raccoglie il punto di vista di Piano, il metodo, la visione, aspirazioni e ispirazioni (tra cui Italo Calvino, ma in primis la natura, la luce naturale, il potere del cinema e della fotografia di fermare il tempo e rendere la realtà immortale).
La struttura, la cui forma ricorda un visore, quasi un omaggio implicito all’atto del contemplare arricchendo se stessi, è poeticamente sollevata da terra, circondata dal verde, lontana dal traffico e divisa in due corpi che guardano e si affacciano sul mare con un camminamento che mima un pontile. Nel suo disegno aperto, nel rivestimento di ceramica bianca abbacinante e cangiante, si riflette l’intenzione di Piano di stimolare e coinvolgere l’immaginazione dei residenti, chiamati anche a dibattere pubblicamente sul progetto, anche se le implicazioni, gli sviluppi “drammatici” del dibattito locale e politico sono superficialmente accennati.