Piccole Donne
TRAILER
La sagoma di Jo, di spalle, che guarda oltre un vetro, come una madre guarderebbe un neonato in un nido. Qualcosa nascerà, oltre quel vetro: il suo romanzo, “Piccole Donne”. Quelle di Greta Gerwig partono da qui. Il famoso “Natale non sarà Natale senza regali” arriverà dopo, in uno dei tanti flashback, perché è così che la regista americana ha scelto di strutturare il racconto: mescolando i romanzi della serie e combinandoli con momenti della biografia di Louisa May Alcott, ma anche della propria, perché questi momenti riguardano l’essere autrice e donna, ieri e oggi, in un mondo di uomini.
La Gerwig dà una propria versione di “Piccole Donne”, con un taglio preciso, che mette in luce gli ostacoli sulla strada dell’autonomia femminile, la natura contrattuale del matrimonio, in particolare per la donna, e in generale le conseguenze sociali e individuali della sua mancata indipendenza economica (“married or dead”, insinua zia March, che non avrà sempre ragione ma non ha mai torto).
Greta Gerwing continua nel suo personalissimo racconto del mondo femminile e dopo il bellissimo e delicato Lady Bird torna al cinema con l’adattamento di Piccole donne di cui è regista e sceneggiatrice. In questa nuova sfida si fa affiancare ancora una volta da Saoirse Ronan chiamata a calarsi nell’iconico ruolo di Jo una delle quattro sorelle March al centro della narrazione sia del libro che del film.
Ogni età ha le sue Meg, Jo, Beth, e Amy: negli anni Trenta del secolo scorso fu realizzato un adattamento del libro da George Cukor con Katharine Hepburn nel ruolo di Jo; nel 1949 è stato il regista Mervyn LeRoy dirigere Elizabeth Taylor e Janet Leigh. Mentre più recentemente è toccato a registi donne, come Gillian Armstrong, che nel 1994 ha realizzato una nuova versione di Piccole donne che vedeva nel cast Winona Ryder, Samantha Mathis e Claire Danes e Kirsten Dunst.
C’era bisogno di un altro film tratto dall’immortale libro di Louisa May Alcott, soprattutto dopo l’ottima versione realizzata negli anni Novanta? Probabilmente sì perché i tempi cambiano e la sensibilità – per fortuna – si evolve: sono questi gli anni del movimento Me Too ma anche della serie super premiata The Handmaid’s Tale che comunque da soli non bastano a riassumere una maggiore e più evidente consapevolezza delle donne nel contrastare l’altrettanto evidente arretratezza di un certo pensiero tutto al maschile. Quindi ecco, di nuovo Piccole donne, con un parterre di attori straordinari e la volontà di riaffermare – come nello stesso libro – quella “strenght” tutta femminile che è ben presente nelle diverse sfaccettature nel libro datato 1868.
Il resto, appunto, lo fa un super cast. Direttamente da Lady Bird troviamo anche il bravissimo Timothée Chalamet, ma in generale è l’intero gruppo di attori chiamato dalla Gerwing ad essere superlativo, infatti Florence Pugh diventa Amy, Emma Watson (la sempre brava Hermione Granger) si cala nei panni di Meg e infine Eliza Scanlen (che si è fatta notare in Sharp Objects) in quelle di Beth.