Papa Francesco – un uomo di parola
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“Volevo che il Papa parlasse alla gente e non girare solo un film sulle sue origini. Questo non è un film biografico, è più una biografia delle sue idee. E’ più un film con lui che un film su di lui”. Win Wenders
Da Giovedì 4 a Domenica 7 Ottobre arriva al Nuovo Cinema Castello uno dei film-evento più attesi della stagione, PAPA FRANCESCO: UN UOMO DI PAROLA, diretto dal grande Wim Wenders e presentato con successo al Festival di Cannes. Venerdì 5 (ore 21) ci sarà la presenza del Vescovo Domenico Cancian per un saluto e un commento finale.
Il lavoro di Wenders vuole essere un percorso personale con Papa Francesco e non un documentario biografico. Le idee del pontefice e il suo messaggio politico e spirituale sono centrali grazie al materiale di archivio ma soprattutto a quattro lunghe interviste condotte nell’arco di due anni. Avvicinato dal Vaticano già nel 2013, Wim Wenders dichiara di avere avuto una completa libertà nell’elaborazione del progetto, ivi compresa quella del montaggio finale e dell’accesso all’archivio foto e video del Vaticano. Tutto ciò gli ha consentito di operare così come solo i veri Maestri sanno fare: tenendosi un passo indietro.
Il film si basa visivamente e narrativamente sull’interazione del pubblico face-to-face con il Papa, instaurando un dialogo tra lui e, letteralmente, con il mondo. Disponibile nel rispondere alle domande di persone provenienti da qualunque background, Papa Francesco risponde a contadini, lavoratori, rifugiati, bambini ed anziani, detenuti, a coloro che vivono nelle favelas e campi di rifugiati. Tutte queste voci e facce sono uno spaccato di umanità che partecipa ad una conversazione con Papa Francesco. Mentre questa vera e propria “Sinfonia di domande” fornisce il materiale per il film, allo stesso tempo mostra il Papa nel corso dei suoi numerosi viaggi per il mondo, con immagini che lo riprendono mentre parla alle Nazioni Unite, affrontando il Congresso degli Stati Uniti, mentre si unisce al lutto per tutte le vittime a Ground Zero e presso lo Yad Vashem, il monumento in memoria dell’Olocausto. Parla ai carcerati presso i penitenziari e ai rifugiati nei campi affacciati sul Mediterraneo. Lo vediamo viaggiare in Terra Santa (Palestina ed Israele) così come in Africa, Sud America ed Asia.
Per tutto il film, Papa Francesco condivide la sua visione della Chiesa e la sua profonda preoccupazione per la situazione dei poveri, il suo coinvolgimento nelle tematiche ambientali e di giustizia sociale, e la sua invocazione di pace nelle aree di conflitti e tra diversi mondi religiosi. Nel film viene richiamata anche la figura di San Francesco, alla quale si ricollega la scelta del nome del Papa, attraverso resoconti dei momenti leggendari nella vita privata del Santo, riformatore ed ecologista. In un’epoca di profonda sfiducia nella politica e nel potere, nel momento in cui bugie e corruzione sono all’ordine del giorno, il film mostra un uomo che vive esattamente nel modo che predica e che si è guadagnato la fiducia del popolo di tutte le fedi, tradizioni e culture del mondo.