MIA
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La storia di una famiglia semplice e felice in cui entra violentemente un ragazzo, un manipolatore, che stravolge la vita di una quindicenne meravigliosa, rendendola un incubo. Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla. Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.
NOTE DI REGIA
Ho una figlia di quindici anni e questo è stato il primo motivo per cui desideravo fare della
sceneggiatura di Mia un film. Sono un uomo. E questo è stato il secondo motivo.
Ho sofferto e soffro ogni volta che la leggo. Mi sono ritrovato davanti ad una sceneggiatura per cui,
in qualità di uomo potevo essere sia la figura positiva (del padre) che quella negativa (del ragazzo).
Potevo percepire perfettamente entrambi. Lato eroico e quello oscuro.
Ho quasi paura dell’essere così partecipe ma sono anche cosciente della necessità per me di
affrontarla questa paura. E di condividerla. Perché troppo spesso le ragazzine diventano tristi,
perdono la volontà di vivere, dimagriscono, si isolano, soffrono e il fatto che questo avvenga in
silenzio, nelle loro stanze, senza destare fastidi… le rende invisibili.
Con questo film voglio abbracciarle. Vivere insieme ai miei personaggi. Userò la loro musica,
passando da Franco 126 alle composizioni del Maestro Francesco Cerasi che da sempre
sottolineano i momenti fondamentali dei miei film. Voglio avvalermi anche delle immagini che gli
adolescenti divorano, i TikTok, i video, il modo di immortalarsi per sfuggenti attimi, di continuo in
maniera quasi ossessiva.
Ed è per essere uno di loro che ho intenzione di usare la macchina a mano, cercare meno quadri e
più protagonisti. Stare sui volti. Entrare dentro la scena e non assistervi. Seguire i personaggi di
nascosto, rubare le loro emozioni e trasmetterle in modo immediato e vivido, senza filtri. Creare
emotività e immedesimazione, in modo che anche il pubblico non si senta in sala ma nella stanza,
sulla strada, accanto agli attori, dentro la storia.
Il montaggio seguirà alla lettera le scene descritte sulla sceneggiatura. Non sarà un montaggio
veloce con accelerazioni improvvise ma seguirà il ritmo dei personaggi. Per quanto riguarda questi
ultimi, come sempre, durante la scrittura ho pensato ad alcuni volti che mi aiutassero a vedere in
modo più vivido il personaggio muoversi nella storia. Per il ruolo del padre ad esempio avevo
bisogno di un attore che riuscisse a darmi sia quel lato brillante, dolce e divertente della prima parte
del film, un uomo che gioca con sua figlia, che riesce a fare dell’ironia su se stesso, ma anche un
attore che poi potesse calarsi nei panni di questo padre, nel suo dolore, nella sua paura. E così ha
preso forma l’idea di Edoardo Leo come protagonista.
Ivano De Matteo