LA TANA – Alla presenza della regista Beatrice Baldacci
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Estate. Giulio aiuta i suoi genitori nella tenuta di campagna. Nel casale vicino, da molto tempo disabitato, sembrano essere tornati i proprietari. Si tratta della loro figlia, Lia, una ragazza tanto disinibita quanto introversa. Impone il proprio punto di vista su tutto senza possibilità di contraddittorio. Giulio se ne innamora. Ma Lia e quel casale nascondono un segreto.
L’opera prima di Beatrice Baldacci fa scoprire una regista che ha davanti a sé la possibilità di un percorso interessante nel panorama del cinema italiano.
Si dimostra infatti capace di dirigere i suoi due protagonisti consentendo loro di approfondire anche le più sottili stimolazioni che provengono dal copione. Sia Irene Vetere che Lorenzo Aloi costruiscono un progressivo avvicinamento e conducono a una scoperta (che è bene che lo spettatore venga a conoscere insieme a Giulio) che al contempo chiarisce e complica il loro rapporto. La Lia di Vetere è tanto apparentemente sicura di sé e incapace di sorriso da far comprendere che questi atteggiamenti sono solo la maschera di una fragilità interiore. Il Giulio di Aloi prova i tormenti dell’amore per qualcuno che sembra accendersi e spegnersi sadicamente a intermittenza e ne soffre come un adolescente (e non solo) può soffrirne.
Baldacci ne esplora i volti e i corpi trovando sempre la giusta misura finalizzata a costruire quell’attenzione nei loro confronti che nel cinema si traduce in una forma di rispetto per lo spettatore.
Il film è stato presentato alla Festa del cinema di Roma in concorso per Panorama Italia di “Alice nella Città” e insignita del Premio Raffaella Fioretta per il cinema italiano. Il lungometraggio è stato realizzato all’interno del programma Biennale College e già proiettato alla Mostra di Venezia.