IL CACCIATORE

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TERMINATA
IL CACCIATORE
IL FILM VERTICE DELLA FILMOGRAFIA DI MICHAEL CIMINO: UNA RADIOGRAFIA DI ESPERIENZE DI VITA VISSUTE.
IL CACCIATORE
(The Deer Hunter)
Regia: Michael Cimino
Cast: Christopher Walken, John Savage, Robert De Niro, Meryl Streep, John Cazale.
Genere: Drammatico
Durata: 183 min. - colore
Produzione: USA (1978)
Distribuzione: Lucky Red
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Clairton, Pennsylvania. Tre amici sono in procinto di partire per il Vietnam lasciando il loro lavoro nell’acciaieria locale. Sono Mike, esperto cacciatore di cervi cui però spara un solo colpo, Nick, innamorato di Linda che interessa anche a Mike e Steven che, prima di partire, sposa Angela, che è incinta ma non di lui. Il Vietnam sarà per loro un’esperienza estrema che li segnerà in vari modi.

Il film pluripremiato di Michael Cimino che rappresenta il vertice della sua cinematografia.

Ming Junction è una cittadina industriale dell’Ohio trasformata in Clairton nella finzione cinematografica ma che per Michael Cimino ha rappresentato un luogo in cui, letteralmente, immergere soprattutto la prima lunga parte del film. Se si osserva la prima scena, con il procedere di un camion sotto un ponte, ci si accorge come già una sola inquadratura (che vedremo poi ripetuta) acquisisca il significato che il regista voleva darle. Si tratta di una sorta di confine al di là del quale si incontra una comunità che ruota attorno a una fabbrica (si veda la sequenza che segue).

Si tratta di una comunità con una forte presenza di persone di provenienza dalla Russia e ancora oggi si trovano comparse che hanno offerto la loro autenticità al film. Cimino vedeva delle affinità tra russi e americani tanto da avere dato al personaggio affidato a De Niro il cognome Vronsky (che è quello del conte di cui si innamora Anna Karenina).

Quanto sopra per sottolineare come si tratti di un film che, come affermò Cimino alla consegna degli Oscar, non vuole fare storia o documentazione ma che si avvale delle esperienze di vita vissuta. È ciò che Quentin Tarantino vede come determinante, ritenendo che non si tratti tanto di un film sul Vietnam quanto piuttosto della radiografia di un nucleo di persone comuni trasformate dalla presenza di una guerra che si svolge altrove.

All’epoca non fu accolto così da chi riteneva che si trattasse di un’opera fondamentalmente pro Usa, grazie anche alla descrizione dei vietnamiti come belve feroci. Entrambe le letture hanno elementi che giocano in loro favore. Le sequenze della roulette russa restano impresse in maniera indelebile nel ricordo di chi lo vide allora e lo resteranno in chiunque abbia l’opportunità di assistervi. Non solo per l’interpretazione degli attori ma per il modo in cui sono girate, montate, sonorizzate.