FAST & FURIOUS 9
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Dopo una vita passata a dribblare la morte, Dom Toretto e Letty Ortiz si sono ritirati in campagna. A stanarli ci pensano i compari di sempre. Sul piatto c’è un’emergenza mondiale e il motore agricolo può aspettare. Il megalomane di turno ha messo in atto un piano diabolico per dominare il mondo e loro dovranno impedirglielo. Con ogni mezzo e una dose di dramma shakespeariano. Perché il cattivo alla guida è Jakob, il fratello esiliato di Dom. A separarli anni prima è stata la morte del padre sulla pista, un lutto mai elaborato dal nostro e addossato al fratello minore, deciso a dimostragli di essere il maggiore in fatto di auto, rapidità e ambizione. Tra wroom-vroom e patacrash, Dom troverà la direzione giusta per risolvere il passato e salvare il futuro.
Dopo aver diretto gli episodi 3, 4, 5 e 6, Justin Lin riprende il volante della saga e mette mano all’albero genealogico dei Toretto.
Col suo ‘autore’, Fast & Furious ritrova la grazia meccanica degli opus passati e supera i limiti della credibilità, godendo (come noi) della propria assurdità. Nobilmente sincero e gloriosamente comico, parte a marcia indietro e accende i motori nel 1989, quando i sentimenti come le auto da corsa erano analogiche. E in quel passato prossimo scopriamo un Toretto di cui nessuno ha mai sentito parlare.
Svanito con una sgommata, il cadetto ripudiato torna come un fantasma a ossessionare Don e a imbrogliargli il presente. Del resto la famiglia come valore essenziale e conditio sine qua non dell’esistenza resta il motore della saga, che esplora daccapo il passato di Dom e ritorna sulla morte del padre.
La tragedia menzionata nel primo film (Fast & Furious, 2001) diventa il pivot del nono episodio che introduce il fratello di Dom e Mia. Dopo aver scoperto melodrammaticamente di avere un figlio (Fast & Furious 8), l’eroe ritrova shakespearianamente Jakob, avversario di statura interpretato da John Cena, wrestler minerale che apporta una nuova ‘dimensione’ alla saga. Partita dalle corse clandestine, la fast family abita oggi il genere Mission Impossible, con più inseguimenti naturalmente e meno verosimiglianza, se la cosa fosse possibile. Fuorilegge, ladri, spie, i nostri hanno lasciato la strada e le rampe dei parcheggi puntando (letteralmente) lo spazio. Non c’è davvero più niente che possa costringerli coi piedi a terra e le ruote per terra.id