L’ISPETTORE OTTOZAMPE E IL MISTERO DEI MISTERI
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Shangai, 1934. L’ispettore Ottozampe (anzi sette, perché una se l’è mangiata il perfido Red Locust), è in missione speciale contro il suo arcinemico e riesce anche a catturarlo, ma manda anche in tilt un deposito di fuochi artificiali, e viene licenziato in tronco dallo zio capo della polizia. Intenzionato a prendersi un periodo sabbatico Ottozampe sale su un volo diretto a San Francisco, seguito da una ragnetta sua groupie che riesce ad intrufolarsi come clandestina: la ragnetta è logorroica e determinata a fargli da assistente, ma Otto non ne vuole sapere. Una volta a bordo un insetto passeggero che ha per fidanzata una vedova nera (che ha già seppellito 12 mariti) gli chiede di proteggerlo perché ha ricevuto minacce di morte. Otto non gli crede ma poco dopo lo ritrova stecchito: riuscirà il nostro eroe a scoprire il colpevole del delitto?
L’ispettore Ottozampe e il mistero dei misteri vede protagonista un aracnide impavido ma pasticcione, un tipo un po’ alla Clouseau che per risolvere i casi ruba gli indizi a chiunque gli stia vicino, fingendo di averli raccolti lui, e teme (non a torto) di essere più fortunato che capace. La produzione del cartone animato è spagnola e la regia è di Julio Soto Gurpide, che si muove da sempre fra la sua nativa Spagna e gli Stati Uniti: e qui si vede, sia perché l’azione di L’ispettore Ottozampe e il mistero dei misteri si svolge prevalentemente in Nordamerica che perché la lingua usata è l’inglese, e anche perché il gusto dell’avventura a rotta di collo del regista è di matrice hollywoodiana e sembra pari solo a quello del suo piccolo protagonista a sette zampe.