MANDIBULES – DUE UOMINI E UNA MOSCA
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Jean-Gab e Manu sono amici per sempre e scemi da sempre. In missione per conto di un misterioso cliente, devono consegnare una valigetta in cambio di una banconota da cinquecento euro. Rubata una vecchia auto per la trasferta, trovano nel cofano una mosca gigante e decidono di addestrarla al furto. Insieme cullano il sogno di diventare ricchi ma la strada è lunga e l’imprevisto dietro l’angolo.
Come essere felici in un mondo infelice? Quentin Dupieux non ha la risposta ma in settantasette minuti riesce a farci dimenticare la pandemia e qualsiasi altro accidente attuale.
Mandibules è una bolla d’aria, un’ode esilarante all’idiozia servita da due imbecilli definitivi (Grégoire Ludig e David Marsais). Due perdenti assoluti che contaminano il mondo con la loro stupidità, fino al caos.
Dopo Doppia pelle, storia di una passione monomaniacale per il ‘camoscio’, Quentin Dupieux continua il suo bestiario cinematografico, imbarca una mosca enorme e non indietreggia davanti a niente. Nemmeno davanti alle idee più dementi che converte in commedie assurde e deliranti. Il suo cinema gira intorno a un’idea fissa e accompagna i suoi idioti infantili con tenerezza, rammentandoci che forse non sono loro i più folli.
Mandibules si fa più perturbante coi ‘normali’, che poi tanto normali non sono dietro i loro cancelli e dentro le loro piscine. La salute mentale, fortunatamente, difetta al film come il senso. Sopra, sotto, dietro, davanti, non c’è niente. Inutile cercare un messaggio nascosto o un sottotesto engagé.
Dupieux non impone letture, non ci guida, non ci chiede di comprendere qualcosa. Le porte sono aperte per chi vuole entrare (o uscire) e godersi un Adèle Exarchopoulos finalmente contre-emploie. Decisa a non restare l’attrice (fisica) di un ruolo (La vita di Adele), negozia una tregua e si integra perfettamente nell’universo di Dupieux. La sua Agnès, affetta da un problema vocale in seguito a un incidente sugli sci, non può impedirsi di parlare forte e di smascherare invano una “taureau mensonge” (una bugia), a cui tutti, persino il rapper Roméo Elvis, finiranno per credere.