Presentato al Festival di Berlino e vincitore nel 2014 del Premio per la Miglior Regia al Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, Yvy Maraei – Tierra Sin Mal esplora il rapporto di amicizia tra un cineasta boliviano e un indigeno guaranì.

Il film, a tratti documentaristico, si sviluppa attorno al lungo e rocambolesco viaggio dei due protagonisti dall’altipiano andino fino alle foreste del Chaco, nel sudest della Bolivia, per conoscere la mitica Terra Senza Male.
Un viaggio di iniziazione che diventa il pretesto per lasciarsi alle spalle la nostalgia di un mondo selvaggio ormai perso e per esplorare un misterioso presente, scandito da un’infinita varietà di paesaggi e ambientazioni, fin dentro l’essenza stessa della natura umana.
Così i due protagonisti, nelle loro estreme differenze, seppur entrambi boliviani – ma uno guaranì e l’altro karai, cioè bianco, ”occidentale” – si aiutano, con ironia e severità, a conoscersi, ad accettarsi, attraverso gli occhi dell’altro. Un incontro-scontro tra culture raccontate con sguardo talvolta severo e talvolta mistico, ma sempre poetico ed attuale.
Oltre che un omaggio al Pueblo Guarani’, questo film è una critica a chi, annebbiato dalla rabbia e dai pregiudizi, chiama in causa le differenze e specificità etniche per dichiararsi migliore, un complimento alla capacità di essere umili e di sapersi togliere le proprie maschere, in favore di una necessaria e auspicata rinascita.